Con questo progetto il Milano Saxophone Quartet propone al pubblico una vera e propria METAMORPHOSIS; lo spettatore si ritrova ad essere testimone della trasformazione sonora del quartetto di saxofoni che da mostra, toccando diversi stili, di una delle sue principali caratteristiche: la flessibilità. Il programma si apre con il “Quartetto op. 102” di Alexander Glazunov, la cui storia è essa stessa una metamorfosi; il compositore, infatti, conosce per la prima volta il saxofono in un jazz club di Parigi ma è soltanto quando ascolta il “Quatuor de saxophones de la Garde républicaine” che decide di scrivere per questa formazione. Glazunov era stato colpito dalla duttilità sonora del saxofono e descrive con queste parole lo strumento “Faccio fatica a credere che sia lo stesso strumento che si ascolta nel jazz. La chiarezza e dolcezza del suo suono mi sorprende!”. Si abbandona il salotto romantico di Glazunov per cambiare totalmente stile con Guillermo Lago che compone “Ciudades” una raccolta di brani in cui ogni città è descritta da melodie, ritmi e armonie contrastanti. Restando sul filone “popolare” si passa alle danze con “Tango virtuoso” in cui il compositore Thierry Escaich dedica ai saxofoni un capolavoro cameristico che vede gli strumenti partecipare al ballo in maniera organistica. Il programma si conclude con un’ultima metamorfosi: le “Danze slave” di Dvorak. Esse sono la chiara dimostrazione di come la musica folkloristica si sia trasformata per andare ad occupare un posto di rilevanza nel repertorio della musica “colta”.
In un ‘epoca in cui assistiamo ad un rigore filologico nelle pubblicazioni e produzioni musicali, desta sorpresa l’impresa del Milano Saxophone Quartet che si getta nella mischia proponendo in un unico cd brani di Gabrieli, Scarlatti, Verdi e Puccini. Mentre oggigiorno i più cercano l’esecuzione più aderente all’originale, c’è chi tranquillamente si appropria di pagine che non solo non sono scritte per gli strumenti con cui sono eseguite, ma che anzi sembrano tra le più distanti possibili immaginabili. La trascrizione è nata e nasce da necessità pratiche, ma a volte diviene uno strumento potentissimo ad esaltare il virtuosismo strumentale dell’interprete, che ammalia il pubblico proponendo pagine che sembrerebbero quasi ineseguibili con il suo strumento. Insomma si corre un po’ sul filo del rasoio. Ed è quello che fa, felicemente, il MSQ.
Spettacolo di teatro – musica con:
Giorgia Antonelli – interprete
Milano Saxophone Quartet
Drammaturgia – Giorgia Antonelli e Titino Carrara
Regia – Titino Carrara
Drammaturgia musicale – Giovanni Bonato
Il Milano Saxophone Quartet è lieto di presentarvi “MSQ Organ Project”.
L’unione di due strumenti così distanti ma così affini, separati da millenni di storia umana e musicale, lo strumento della misticità e delle istituzioni, con lo strumento del popolo e del jazz, permette l’esecuzione di un repertorio unico.
Nel mondo della globalizzazione, un ottimo esempio del nuovo dato dall’incontro-scontro di identità e radici diverse.
Programma
Sofisticata rabdomante di melodie sui cui provare la sua irripetibile cifra vocale, Antonella Ruggiero è il nuovo ospite d’eccezione del lungimirante progetto “Mai Soli” del Milano Saxophone Quartet.
Il fortunato incontro ha dato il via ad un sodalizio che ha riscosso subito l’entusiasmo del pubblico. Da qui è partita una minuziosa e attenta ricerca di repertorio, che ha portato Antonella a scegliere sia brani già affrontati in passato in diverse vesti, sia a incontrare musica per lei inedita.
L’incredibile varietà timbrica e stilistica ha definito quindi l’ambiente sonoro in cui il progetto si sarebbe mosso, con arrangiamenti inusuali, spesso di grande originalità e nella costante ricerca di suoni inediti e rari, utilizzando al massimo l’ampio spettro sonoro del quartetto di sax, talvolta impreziosito (a richiesta) da percussioni e coro misto.
“Dulce et Decorum Est” descrive un attacco chimico al gas durante la prima Guerra mondiale.
Il compositore Marteen de Splenter è cresciuto nella città di Ypres (Belgio), centro delle intense e sostenute battaglie tra la Germania e le Forze Alleate.
Ypres fu anche il primo luogo nel mondo che fece esperienza delle armi chimiche.
“Dulce et Decorum Est” sarà parte di un tributo sinfonico per Ypres (composto dallo stesso De Splenter) in occasione del centesimo anniversario della Grande Guerra. (Maarten De Splenter)
PROGRAMMA